3 Apr. 2004

Sogno di aprile

Avete mai scritto i vostri sogni? A me è capitato raramente, ma pensavo che per questo valesse la pena. E ora, per la serie: “E chi se ne strafrega” eccovi il mio angosciante incubo di aprile (di che anno?)

Prima è successo qualcosa che non ricordo con una donna.
Ora sono in Francia, in una specie di albergo. Sono sdraiato sul letto e una donna, bionda, indefinibile ma che so di conoscere bene, mi si avvicina amichevole e improvvisamente si trasforma in vampiro e mi succhia qualcosa all’altezza della milza. Sono sorpreso e spaventato, chiedo aiuto, e arriva all’improvviso un’altra donna, che completa il lavoro strappandomi un pezzo di corpo, lì dove aveva succhiato la prima. Sono sanguinante e spaventato, vedo l’apertura da cui fuoriesce qualcosa, cerco di tamponare l’apertura con il lenzuolo, che è completamente intriso di sangue.
Alcune persone nelle vicinanze, ma che non riesco a vedere, dicono tra loro con fare professionale “si ha perso la cistifelia..” o qualcosa del genere.
Cerco aiuto telefonando, ma ho difficoltà a parlare in francese. Biascico qualcosa come “ho perso un organo, un organo si, un organo!” Improvvisamente riesco a parlare con mio padre e gli spiego che la situazione è gravissima, che sto per morire.
Mio padre ora è nella stanza ma assomiglia a me. mi sento svenire perché ho perso molto sangue, non riesco più a parlare, bisogna chiamare subito un medico.Subito mio padre scatta, ora è per strada ma sono io che sto correndo.

Corro, corro come un pazzo, mi guardo intorno, urlo, mi do da fare. Improvvisamente mi fermo davanti ad un negozio: ci sono due persone che stanno chiacchierando “mondanamente”. Sento che una delle due dice all’altra: “si io sono un chirurgo” e poi mi guarda sorridendo. E’ Huge Grant, con i capelli lunghi, molto figo.Gli spiego rapidamente, ci capiamo al volo e scattiamo per tornare indietro. Io sono su una bicicletta, pedalo fortissimo, Huge è invece su una moto, ma non riesce ad avviarla, e così procediamo paralleli, per un pezzo di strada.
Arriviamo a destinazione, che ora è diventato un ospedale.In qualche modo Huge riesce ad entrare prima di me, e torna indietro cercando di sorridere e di dirmi qualcosa, ma intanto un infermiere mi dice “è morto”. Scoppio in lacrime e mi dispero, accasciandomi contro un banchetto che vende anelli etnici e roba del genere.
Mi sveglio.