4 Mag. 2004

Il valore rivelatorio degli scivoloni

Quando ho cominciato a occuparmi di intranet, l’interesse per la materia, nella mia azienda era assai scarso, per così dire. Insomma, a nessuno fregava niente di niente. E noi poveri ciucci, soli, pochi, senza budget, senza sponsor, siamo comunque andati avanti e abbiamo fatto un po’ di testa nostra. Avevamo un’idea e volevamo realizzarla. Punto.

Poco alla volta sono arrivati i successi: le pagine viste crescevano, cresceva l’interesse dei colleghi. Mail, richieste, offerte, eccetera. Del management nemmeno l’ombra. Ma esisteva questo management? O era un’entità fittizia? Ma chi cavolo lo aveva mai visto? Sapeva cosa stavamo facendo? Ci seguiva da lontano o ci ignorava come sempre? Noi, se vi devo dire la verità, ce ne fregavamo altamente.

Finché, un giorno pubblichiamo una particolare notizia, e scattano le telefonate. Convocati d’urgenza dal “grande capo” (il grande Budda de noantri…). Io di fronte a lui: di lato il mio capo diretto e il capo del mio capo (insomma questo Budda stava molto in alto…)

– Chi a pubblicato questa roba?
– Noi
– E chi vi ha detto di pubblicarla?
– Beh, nessuno, come sempre, noi agiamo in autonomia.
– E adesso questa roba la stanno vedendo 50.000 persone?
– Beh, sì, più o meno.
– Ma braaaavi (faccia sdegnata)
– Possiamo rimediare
– No, spegnete tutto…
– Guardi che si può rimediare….
– Allora Lei non mi ha capito….
– Ok, ok ok…

Ma allora il management la guardava la nostra roba, eccome se la guardava. Solo che non diceva nulla, fino a che un incidente di percorso si è trasformato in un momento di autocoscienza collettiva. Sono uscito da lì in parte preoccupato e in parte sollevato.

In quel preciso momento qualcuno aveva capito qualcosa di più sulle potenzialità del mezzo. Avrei voluto dirgli “Benvenuto nel progetto, grande Budda!”. Ma mi sono limitato a togliere la cosa e ad andare avanti. Certo, avevamo fatto una cazzata, ma ora esistevamo!