9 Giu. 2006

I tristi problemi(?) dello specialista freelance

Come sapete me ne sono adato da Alcatraz per iniziare una nuova vita di disoccupato/consulente/musicista/formatore. Me ne sono andato senza sapere che cosa avrei trovato dall’altra parte, alla bella età di 39 anni, perché credevo che dalla vita si potesse chiedere di più che buoni-pasto e frustrazioni.

L’ho fatto senza pensarci, e ho potuto farlo solo perché in realtà ci stavo pensando, costantemente, da dieci anni. Ma ogni decisione è, per definizione senza fondamento. In caso contrario sarebbe una conseguenza e non una decisione.

Beh, è giunto il momento di tirare delle somme parziali, provando ad elencare alcuni piccoli inconvenienti delle professione.

– Lavori a gennaio e magari a giugno non ti hanno ancora pagato. Però le tasse tu, intanto, le hai già dovute pagare.

– Non sai mai quanto stai guadagnando perché hai delle fatture in giro da pagare, ogni tre mesi paghi l’IVA, ma poi questa ti ritorna sotto forma di IRPEF, che però tu pagherai decurtando le spese e il disavanzo lo metterai nella gestione INPS che però hai fatto pagare per un quarto al cliente e questo quarto non entra nel calcoo IRPEF e il tutto avviene scaglionato in 6 momenti distinti durante l’anno.

– Non riesci più a capire se quello che fai è svago, lavoro, riflessione, comunicazione (questo vale in special modo per chi lavora nel terziario avanzato).

– Hai molto più tempo libero, ma a volte non sai se questo sia un buon segno o no.

– Entri in cottatto con persone e situazioni che mai avresti voluto vivere (tipo: imbroglioni, perditempo, venditori di fumo, avventurieri). Sarà un caso, ma questi li incontro in special modo a Milano, che difatti è una piazza che frequento sempre meno. Mi scuso con i Milanesi che non apartengono alle categorie sopraindicate.

– A volte è necessaria una forte dose di autostima e di equilibrio interiore per imparare a vivere le situazioni come semplici fasi di un processo.

Ok, sono tutti problemi superabili e francamente li preferisco comunqe a fare cose tipo spiegare come si scarica un allegato a una persona che guadagna 10 volte più di te e si crede pure più fico. Beh, questi me li sono proprio lasciati alle spalle. A volte me li ritrovo di fronte, è vero, ma per breve tempo e facendomi pagare 10 volte più di prima (tiè).

A onor del vero va detto che ci sono anche vantaggi, e molti: puoi vedere concretamente se quello se che fai è apprezzato e sei costretto a rimetterti in discussione continuamente. Se qualche cosa non ti piace basta fare “canc”. Mediamente incontri persone interessanti e con le quali hai molte cose in comune. Vedi le cose che fai dall’inizio alla fine e impari che cosa vuol dire “costruire qualche cosa”. Puoi inserire nel tuo lavoro cose molto più personali e coinvolgenti, mettendo a frutto veramente quello che sei e la tua storia. Personalmente faccio molta più filosofia oggi, come formatore freelance, di quanta ne faessi come schiavo aziendale. Capisci molte cose su di te, su come sei fatto e hai modo di lavorarci su. I vantaggi potrebbero continuare, ma vi terrò agiornati. Per il momento vi segnalo, a proposito del tema, una interessante inziativa.