23 Lug. 2008

Taggo o non taggo?

La questione sta diventando spinosa, e me ne sono in parte occupato su questo blog, ma man mano che passa il tempo diventa sempre più urgente una soluzione percorribile (e esportabile). Sto parlando del difficile rapporto, nelle intranet, tra tassonomie e folksonomie e mi sembra che in giro soluzioni standard a cui fare riferimento non ce ne siano.

La cosa mi torna in mente leggendo un recente post di Toby Ward, dal titolo “Taxonomy driven folksonomy“. Toby mette bene in luce i termini della questione:

“There are of course pros and cons for both arguments. The major advantage to the corporate taxonomy is that it represents a single policy for all, presumably driven by experts that should know how to classify content. However, such an approach cannot take into account the full nomenclature and cultural nuances of an entire organization, and all of its teams, nationalities, and roles. However, user content tags (metadata) can be determined by anyone, but can be subjective, inconsistent, and often lack objectivity, or worse are flat-out wrong.”
Una cosa è certa: una soluzione definitiva ancora non c’è, perché se è vero che ormai indispensabile trovare nuovi sistemi di classificazione che ci facciano uscire dalla soffocante selva di categorie, sottocategorie, sottosottocategorie ecc (insomma, il portal-style ancora imperante in molti sistemi di KM e intranet), è anche vero che una folksonomia pura può rivelarsi un rischio rispetto ad un’utenza non particolarmetne sofisticata e magari poco propensa a fantasiose classificazioni dal basso. Non possiamo chiedere troppo alla sora Lella.
E allora che cosa fare? La soluzione che da più parti viene avanzata è quella di trovare dei sistemi ibridi, con tutto il carico di ambiguità, ma anche di aprertura, che questo comporta. Toby ne cita uno, ma non è certo l’unico.

tassonomie e folksonomie in intranet

Quello che si è capito è che il principio, in generale, dovrebe essere quello di fare riferimento ad una tassonomia generica, ma flessibile (chiamiamola griglia euristica) di classificazioni, generate dall’alto (esperti, progettisti, content owner…) che sccessivamente va ad arricchirsi e a raffinarsi con i tag generati dal basso. In questo modo si stabilisce un equilibrio che, pur facendo fuori i vecchi sistemi di classificazione rigidi e piramidali, conservi il meglio di questo approccio accogliendo le nuove tendenze.

Questo il principio generale: le soluzoni tecniche saranno ovviamente materia di interessanti discussioni nei prossimi mesi/anni.