20 Lug. 2005

Omaggio a G

Certe cose nella vita ti segnano. Letteralmente. Essere segnati, nella vita, significa introdurre in essa una qualche frattura.E le cose non saranno mai più come prima.  Alla faccia della sbandierata interezza con la quale raccontiamo a noi stessi chi siamo, ciò che ci portiamo appresso è un giocattolo rotto, pieno di rattoppi che abbiamo imparato ad amare. Un bambolotto pieno di tagli.

Che cosa ci segna? La vita, certo, le esperienze. Alcuni di noi hanno l’immensa fortuna di essere segnati dalla bellezza. Altri, meno fortunati, da qualche forma di verità. C’è qualche cosa, però, che a volte le racchiude entrambe. Vi ricordate la musica che ascoltavamo da ragazzi? E il libro che ci ha tolto il sonno per interi giorni? Quante scelte abbiamo fatto sulla base dei miti che siamo riusciti a riprodurre in noi attraverso l’arte? E quella litigata con il nostro più caro amico, che tante cose ha portato alla luce e dopo la quale siamo, entrambi, cambiati?

Certe cose introducono il tempo nella nostra vita. Non parlo del tempo dei fisici, non parlo di una variabile reversibile, ma del nostro tempo interiore, quello che ha fissato per sempre le nostre cicatrici. Il tempo che noi siamo diventati.

In realtà volevo solo fare un omaggio ad un artista che mi ha segnato, e che oggi voglio ricordare con un piccolo omaggio, tratto da un suo monologo del 1976. Qui trovate tutti, ma proprio tutti, i suoi testi.  Grazie per sempre, signor G.


E’ difficile vivere con gli assassini dentro.
Forse è più facile vivere con gli assassini fuori.

Visibili, riconoscibili, che ti sparano addosso dalle strade, dalle cattedrali, dalle finestre delle caserme, dai palazzi reali, dai balconi col tricolore.

Assassini che in qualche modo puoi combattere. Li vedi, sai cosa fanno.
E qualche volta si possono anche ammazzare.

Assassini vecchi, superati,
cialtroni
che non sono mai riusciti a cambiare nessuno,
cambiarlo dal di dentro.
Prevedibili e schematici anche nella cattiveria.

Come le bestie bionde.
Come le bestie nere.

Che ti possono togliere la libertà, mai le tue idee.
Come quegli ingenui e patetici esemplari che esistono ancora oggi…
ma non contano, sono un diversivo, un fatto di folklore.

Una mazurca.

Ma l’assassino dentro è come un’iniezione.

Non lo puoi fermare, non risparmia nessuno. Nessuno sfugge alla scadenza.
E’ difficile vivere con gli assassini dentro.