3 Set. 2004

Festival settembrini

E’ ormai innegabile che si stia affermando, in Italia, un’epidemica quanto salutare “festivalite” settembrina. Dopo il festival della lettertura e quello della filosofia, dopo il festival del cinema e i tanti festival musicali, ecco che arriva anche il festival della mente, dedicato alla creatività nell’arte, nella letteratura, nella scienza e anche in altri ambiti come lo sport. Il festival si tiene, udite udite, a Sarzana, ovvero nella mia cittadina natale; da qui potete scaricare il programma in PDF.

Beh, inutile dire che da stasera mi porterò in loco, meno per campanilismo di maniera che per un sincero interesse verso i temi proposti. Ci vediamo là, cari ragazzi…

Aggiornamento 7 settembre
Come promesso, ecco un breve sunto del Festival come l’ho vissuto io. Era la prima volta e quindi si scontava un po’ di disorganizzazione: fuori uso il server delle prenotazioni online, molta più gente del previsto, ecc. Ma le belle location e la capacità di improvvisare ha risolto al meglio (della serie: siamo riusciti ad imbucarci quasi sempre…)

Alcuni frammenti dagli incontri: Dino Risi, arzillo ottantenne che racconta di come giocavano di nascosto, alla mattina, al calcio balilla invece di lavorare alla sceneggiatura, per riprendere quando arrivavano i bambini da scuola.

Piergiorgio Odifreddi: gran mattatore, finalmente, penso io, qualcuno che è capace di parlare di logica anche a mia zia rendendo il tutto interessante e comprensibile. Una piccola rivincita per la categoria (a cui mi picco di appartenere…). Interessante il suo discorso sulla creatività di stampo, direi, wittgensteniano: un insieme di regole date, tacite o esplicite, permettono delle “mosse” già di per sé creative. Ma si può giocare anche al limite delle regole, oppure cambiarle. Quest’ultima è la creatività nella sua versione più conosciuta. Le geometrie non euclidee? Mica roba dell’altro mondo, anzi: una scacchiera è non euclidea, così come la geometria su di una sfera (ad esempio la Terra). Ottimo.

Gianni Vattimo, da buon allievo di Heidegger, nella sua introduzione al dialogo svoltosi con il politologo Ekkehart Krippendorff , trasforma quello che in Odifreddi è un meccanismo logico, in un meccanismo storico-ontologico: l’atto creativo come mistero ontologico di quel ”progetto-gettato” che è l’uomo, che trasforma la Storia come successione di momenti appartenenti al sartriano “pratico-inerte” introdicendo una discontinuità. Astuzia della ragione o mistero ontologico?

La cosa più interessante è forse il suo discorso sulla creatività come “pensiero a posteriori” riguardo a opere che solo le contingenze storiche e un’infinita serie di letture ha reso “classici”. Insomma la creatività è alla fine un atto puro assediato dietro di sé (Storia) e davanti a sé (ermeneutica).

Che dire dell’incontro di Giulietto Chiesa con Gore Vidal riguardo alla mentalità americana? Gioia, terrore, verità, bugie e un’anticipazione: si prepara la guerra all’Iran. Il regime della menzogna organizzata sta già lavorando a trovare giustificazioni…