4 Mag. 2007

Eccola

Da qualche giorno è tornata l’angoscia senza nome. Ciao angoscia senza nome.
Quando arriva l’angoscia senza nome tu non puoi fare niente: puoi solo aspettare che passi, mentre nel frattempo prendi decisioni sbagliate, mandi mail sconclusionate, respiri a fatica e hai paura di uscire di casa. L’angoscia senza nome non ha cause specifiche (se no avrebbe un nome), ha solo effetti: è un movimento sussultorio della tua intera esistenza.
E in questo movimento si sgretola tutto e quello che rimane ti fa paura. Perché l’angoscia senza nome evoca fantasmi. E più vai avanti più i fantasmi aumentano, entrano in casa, si accendono una sigaretta, si fanno una birra e ridono di te scuotendo la testa.
Con alcuni ormai ho fatto amicizia, ma da qualche tempo ce n’è qualcuno con una faccia che non mi piace per niente. Ma a voi chi vi ha invitato? Come vi siete imbucati?  Bighellonano per casa, guardano le mie cose, agitano i miei foglietti, mi chiamano per nome, si indicano tra di loro il computer e il sax  se la ridono di gusto. Non vi voglio tra i piedi, ma loro mi dicono che li ho chiamati io e adesso che cacchio voglio da loro.
Claudio, che la sa lunga, mi dice che non permetto a me stesso di avere ansia e quando questa arriva è una prova che non le saprò gestire. E allora arriva il panico. Come nel paradosso di Epimenide ho ragione perché ho torto e ho torto perché ho ragione.
I psicoterapeuti cognitivisti son così.